Il percorso di Rossella Tocco tra dieta, coaching, PNL e inconscio

22 Luglio 2022 07:00
12 min.

Questa settimana dalla Sardegna abbiamo sentito l’interessante e particolare percorso della coach Rossella Tocco. Siamo passati dai temi del dimagrimento al coaching alla Programmazione Neuro Linguistica ai cori.

Rossella Tocco
Rossella Tocco

Quando inizia e come la tua passione per il coaching?
Fino al 2014 ho svolto la professione di avvocato, ma il problema del sovrappeso mi rendeva insicura e le diete non funzionavano. Andai alla ricerca di un ennesima dieta e trovai invece un percorso di coaching, che mi ha cambiato la vita e con cui ho risolto definitivamente il mio problema di sovrappeso
Non mi bastava però lasciare il coaching come hobby o esercizio di fine serata, mi aveva talmente aiutato nel mio problema personale che volevo farne un lavoro che occupasse tutte le mie giornate. Dopo aver lavorato su di me sul tema della dieta ho iniziato a studiare per conseguire un Master post-lauream in coaching. Nel 2015 ho iniziato ad aiutare i clienti a raggiungere il loro obiettivo di vita e, per alcuni di essi, quello più specifico del dimagrimento. Rispetto a quest’ultimo obiettivo da portare avanti nelle sessioni di coaching, nel 2016, iniziai lo studio del metodo “Giusto peso per sempre” che utilizza la Programmazione Neuro Linguistica [PNL] per il dimagrimento. Uno strumento quella del PNL che utilizzo in modo integrato anche per altri obiettivi nei percorsi di coaching.

Ci da qualche dettaglio nell’utilizzo della PNL?
Programmazione si riferisce alla capacità di cambiare stato mentale e fisico. Sa quando si vive col pilota automatico? In realtà nessuno vuole questo nella propria vita, ma ciascuno di noi vuole decidere di accedere alle proprie risorse migliori al bisogno, quando serve.. e la programmazione neurolinguistica serve a questo. Neuro: fa riferimento a come gli stati della mente influenzano la comunicazione e il comportamento. La PNL insegna un modo di sviluppare delle mappe mentali che ci portino a cambiare rotta nei comportamenti. Linguistica: significa che il linguaggio è lo strumento che usiamo per accedere alle informazioni inconsce che altrimenti rimarrebbero vaghe e inconoscibili. In realtà alcuni studi spiegano come le parole siano l’aspetto meno significativo della comunicazione, trasmettendo solo il 7% di significato. Ecco la PNL è l’altro 93% della comunicazione. La PNL è un sistema per comprendere e utilizzare la comunicazione che conta davvero. Con le tecniche la PNL rompiamo quello che succede nelle nostre orecchie per poter fare qualcosa di costruttivo. La nostra parte comportamentale, poi, non parla un linguaggio razionale, quindi c’è solo una soluzione, imparare il linguaggio di questa parte, smetterla di parlare una lingua che lei non capisce ma darle istruzioni precise di come e cosa fare. La PNL serve a questo, a mettersi in gioco per dare il meglio di sé.

Mi sembra che oramai ha raggiunto un notevole livello di esperienza e che la sua credenziale per l’International coaching Federation è quella di Professional Certified Coach (PCC)…

Più esattamente è in corso l’approvazione della credenziale successiva, per Master Certified Coach che implica almeno 2.500 ore di coaching attestato dalla relativa documentazione e dalle verifiche della ICF. Questo garantisce un livello di preparazione ma soprattutto l’esperienza assidua con i clienti. La mia attività è quasi sempre rivolta a privati o piccole realtà imprenditoriali.

Lei è anche docente per coach presso Centro di Coaching Applicato (CCA) nel Master Avanzato di coaching inconscio applicato. Ci spiega cosa intende e cosa succede nel coaching inconscio applicato?

Il MACIA, Master Avanzato di Coaching Inconscio Applicato, si rivolge a coach che vogliono migliorare la propria pratica di coaching, avere protocolli da seguire, adottare un proprio stile di coaching (naturale agli occhi del coachee, strutturato nell’incontro, duraturo per la profondità dell’intervento, fluido nell’operato del coach).
Si imparano i protocolli di intervento sui clienti per portare il coaching dal conscio all’inconscio.
Sai quando impari a guidare? Prima impari con attenzione cosciente e poi tutto diventa automatico. È inutile stabilire a livello conscio dei protocolli con i nostri coachee se poi non c’è una trasformazione della struttura interna del comportamento del cliente e se non c’è rispetto dei valori e dell’ecologia interna di chi abbiamo di fronte. Si rischierebbe di illudere il cliente di avere la soluzione e poi vederlo crollare davanti alle prime difficoltà. Quindi la parte comportamentale, la parte inconscia è ciò che ci garantisce di vincere ed arrivare a mantenere i risultati voluti a lungo termine.

Quanto è importante la prima sessione di coaching? In genere cosa deve accadere e cosa si deve aspettare il cliente che l’ha scelta per il suo percorso?

Direi che la prima sessione è tutto, nel bene e nel male. La/il coachee scopre che io non faccio magie, che non vendo nulla. Scopre che deve lavorare con impegno e che non esistono pillole salvifiche, ma allo stesso tempo comprende subito che il coaching non è una chiacchierata libera ma c’è una struttura, c’è l’etica, ci sono le regole nel coaching, c’è un processo logico e mai lasciato all’intuizione e questo rassicura tanto la/il cliente sul fatto che è un percorso di scoperta e di apprendimento in cui io accompagno rispettando sempre cosa il coachee vuole fare per se stesso.
Quindi normalmente noto che in prima sessione si crea fiducia, la/il coachee comprende che io non improvviso, che ho interesse profondo verso di lei/lui, che gli offro un ascolto qualificato e sicuramente chi arriva esce con uno stato d’animo differente rispetto a come è entrato in sessione, con curiosità ma anche consapevole che il coaching richiede impegno.

Lei vive in Sardegna, qual è il suo rapporto con la sua terra?

Da buona isolana sono riservata, sono introspettiva e soprattutto dopo diverse esperienze all’estero, la mia terra mi piace sempre di più e se vogliamo parlare di coaching… la Sardegna mi ha sorpreso. Quando ho iniziato a fare coaching nella mia isola ho subito pensato che non fosse il posto giusto, essendo la prima trainer del metodo “giusto peso per sempre” qui ho creduto che sarebbe stato un flop, che ci sarebbe stato scetticismo. Il popolo sardo è un popolo magro quindi non avrei coinvolto i miei concittadini in questa novità….ma con grande sorpresa è stato tutto il contrario, c’è stato interesse, direi entusiasmo … e questo fin dal primo anno di lavoro.

Mi accennava qualche giorno fa che ama cantare nei cori? Ci racconta un po’ di questa sua passione?

Il coro è un po’ come fare coaching di gruppo. La pandemia ha un po’ smorzato questa attività ma piano piano riprende anche questo. Ho iniziato da ragazza in cori più impegnativi e poi ho continuato con un coro di mamme e adesso che i miei figli frequentano il catechismo canto lì nel coro. Diciamo che ogni fase della vita mi ha dato l’opportunità di cantare in posti diversi e farlo insieme ad altri è un modo per stare insieme e… “dosarsi”. Nel coro non si può primeggiare ma si può essere di grande supporto ed essere importanti, quindi è come fare il coach: accompagni, non sei tu il protagonista ma sei un grande strumento.