Dal ruoli strategici al project management al coaching, Francesca Danzi ci ha dedicato il suo tempo per raccontarci delle sue scelte, delle sue esperienze professionali e di alcune sue passioni personali.
Con quale immagine rappresenteresti il coaching?
L’immagine che mi sovviene è quella di un bambino che gioca con le lucciole, ed è l’immagine di un ricordo felice della mia infanzia delle serate trascorse in campagna, nella casa dei nonni, con i miei cugini. Questa immagine a mio parere descrive lo stupore che un bambino prova nel vedere queste luci verdi che fluttuano nell’aria e nello scoprire che si tratta di insetti. È lo stesso stupore che si vive nel coaching attraverso le domande potenti; inoltre la lucciola, come la farfalla, vive la maggior parte della sua vita come larva per poi subire una trasformazione ed il coaching per me è cambiamento.
Qual è stato il tuo primo incontro con il coaching?
Il mio primo incontro con il coaching è avvenuto in modo fortuito durante un corso di aggiornamento relativo alla comunicazione e mi ha incuriosita per la sua semplicità e al tempo stesso intensità: quelle domande potenti che sono capaci di lasciarti senza parole per alcuni momenti e che richiedono di scavare dentro sé stessi per trovare una risposta! Nel 2019 in un momento di immobilità dal punto di vista lavorativo in cui sentivo la necessità di un cambiamento, ho deciso di intraprendere un corso di formazione sul coaching. Il mio obiettivo era quello di accrescere la conoscenza di me stessa e dei miei valori: volevo capire cosa stava bloccando la mia crescita professionale.
Il percorso di formazione è stato molto arricchente sia dal punto di vista professionale per i contenuti relativi alla comunicazione, la gestione dei feedback, la definizione degli obiettivi e gli strumenti forniti, sia dal punto di vista relazionale per l’interazione con un gruppo di persone provenienti da contesti e background lavorativi diversi che mi ha lasciato molti spunti interessanti su cui riflettere. Questo percorso di formazione mi ha aiutato a cambiare il mio approccio lavorativo come project manager portandomi a grandi soddisfazioni.
Quali similitudine vedi tra il tuo lavoro di project manager in azienda e quello di coach?
Sono entusiasta del mio lavoro di project manager e sono convinta che il coaching possa essere un’importante leva di cambiamento per chiunque desideri migliorare la propria vita e raggiungere i propri obiettivi. Ho sempre considerato il project manager come un facilitatore che supporta il team nel raggiungimento di un risultato attraverso un’attività di negoziazione con il cliente, di coordinamento e pianificazione delle attività; in questo vedo una forte similitudine con il coach che supporta il coachee nella realizzazione di un proprio progetto sia esso di carriera, sportivo o personale aiutandolo a definire la propria visione, a preparare un piano di azione ed a superare eventuali ostacoli che si possono presentare durante il percorso.
Torniamo alle aziende e alla sua esperienza all’interno dell’organizzazione. Cosa è cambiato in questi ultimi anni, Covid a parte, nella relazione azienda dipendente? Cosa chiede di diverso l’azienda e cosa il dipendente?
La pandemia ha accelerato il cambiamento della relazione tra azienda e dipendente: è stato necessario creare un maggior rapporto di fiducia per consentire di lavorare da remoto, inoltre per consentire questa nuova modalità di lavoro si è reso necessario una repentina digitalizzazione di molti processi aziendali e l’adozione di nuovi strumenti e modalità organizzative. Le aziende richiedono sempre più ai propri dipendenti di lavorare per obiettivi e di aumentare la performance ma offrono anche una maggiore attenzione alla persona e alla crescita tramite percorsi di formazione, servizi di coaching, organizzazione di momenti di socializzazione e team-building. Terminata l’emergenza pandemica, le persone cercano sempre più di raggiungere un equilibrio tra vita privata e vita professionale, elemento che si era perso in quanto non vi era più nessuna distinzione tra ambiente di lavoro e vita personale.
Qual è il suo rapporto con la tecnologia? Nel suo lavoro fa uso di strumenti digitali particolari? Ne trova qualcuno particolarmente utile?
La tecnologia è parte integrante della mia vita, la utilizzo tantissimo sia in ambito professionale sia in ambito personale per gli scopi più disparati: operazioni bancarie, scuola, prenotazioni appuntamenti, acquisti on-line, coaching, lettura, etc. Lavorando in ambito IT, utilizzo molti strumenti digitali, dai sistemi di ticketing agli strumenti di project management ai sistemi di business intelligence per l’analisi dei dati. Gli strumenti che trovo più utili sono le piattaforme di collaborazione che consentono la gestione dei meeting, del calendario, la condivisione della documentazione e la chat. Queste piattaforme se da un lato hanno abilitato nuove modalità di lavoro, dall’altro hanno richiesto di imparare a gestirle in modo corretto per evitare che diventassero un ulteriore elemento di complessità nella vita lavorativa di tutti i giorni.
In quale momento della sua vita professionale si trova? Cosa vede di nuovo?
Sono nuovamente in un momento di forte cambiamento in cui vorrei che la passione per la formazione e la crescita personale diventasse il mio futuro. In questi anni ho trascorso molto del mio tempo libero a leggere libri e frequentare corsi per approfondire i temi relativi al project management, al coaching, al team building e alla gestione delle risorse. Nelle scorse settimane ho intrapreso un percorso di formazione relativo alla metodologia coaching by values che a mio parere unisce ad un aspetto ludico, che può essere molto importante per lavorare ed alleggerire temi legati al mondo relazionale, due importanti aspetti del coaching: il lavoro sui valori e una forte spinta all’azione. Ho capito che il coaching mi permette di unire la mia passione per la crescita personale con la capacità di supportare gli altri, per questo motivo vorrei proseguire in questo percorso lavorando con le persone, con i team delle aziende e le coppie.
Francesca Danzi, quando non si dedica alle sue attività lavorative, a quali interessi rivolge la sua attenzione? Ha qualche passione particolare? Anche lei deve affrontare la sovrapposizione continua tra tempo di lavoro e tempo libero?
I miei interessi sono la lettura di libri gialli di autori americani ed inglesi quali Patricia Cornwell, Michael Connelly, Linda Castillo, Kathy Reichs, Angela Marsons,Robert Bryndza leggere mi permette di rilassarmi portandomi in storie avvincenti e impegnando la mia mente nella scoperta dell’assassino. La mia passione sono i musical: ho visto Notre Dame de Paris ben 7 volte! Anche io, come moltissime altre persone, mi trovo in continua sovrapposizione tra il tempo dedicato al lavoro e il tempo libero, ma cerco sempre di ritagliarmi degli spazi per fare quello che mi piace e riuscire a mantenere l’equilibrio.