Dal business al benessere psicofisico. Intervista alla coach Sabrina Rossi

benessere 13 Febbraio 2023 09:57
8 min.

Abbiamo incontrato Sabrina Rossi che dopo una lunga esperienza nell’ambito delle Risorse Umane è approdata, alcuni anni fa al coaching. La sua esperienza e preparazione oltre al mondo del business l’ha condotta anche, come scoprirete, a lavorare sul benessere delle persone che affrontano un percorso con lei.

È sempre più facile vedere pubblicità che invitano a contattare on line uno specialista, come ad esempio uno psicologo. Potrebbe specificare meglio il ruolo del coach?

Sabrina Rossi, coach
Sabrina Rossi

In effetti non è ancora chiaro a tutti cosa fa un coach rispetto, ad esempio, ad uno psicoterapeuta. La cosa importante è che il coach lavora sul presente e non va a scavare nel passato, si lavora concretamente su obiettivi da raggiungere partendo da un desiderata e arrivando a qualcosa di piu’ concreto. Il coach non suggerisce, non offre soluzioni ma, attraverso domande efficaci, riformulazioni e feedback, accompagna le persone in un percorso di crescita e di raggiungimento di obiettivi, che lo stesso cliente individua. Il coach non è un terapeuta ed in quanto tale non si occupa di disturbi di qualsiasi natura e non prescrive terapie.

Può parlarci dell’approccio che utilizza nelle sue sessioni di coaching?
Nelle sessioni che svolgo utilizzo l’approccio del «Coaching Evolutivo», attraverso il quale accompagno le persone in un percorso di sviluppo della propria autoconsapevolezza e del proprio potenziale, in accordo con i propri valori, bisogni e desideri. È un approccio di trasformazione e cambiamento mirato a comprendere e ad affermare la propria identità nel mondo

Mi scusi, può chiarirci meglio come avviene il passaggio tra “autoconsapevolezza” e “obiettivi”?
Attraverso le “domande potenti” poste dal coach il coachee attiva la propria autoconsapevolezza verso i temi che ha scelto di portare in sessione, stimolato anche dalle riformulazioni e dai feedback che riceve dal coach. Sviluppando la consapevolezza il coachee sarà in grado di identificare gli obiettivi su cui  intende lavorare una lavoro di co-costruzione insieme al coach che lo porterà ad individuare  piani di azione, utili al raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Lei ha un’esperienza ventennale nelle Risorse Umane. Cosa è cambiato negli ultimi anni nel ruolo delle Risorse Umane e nelle richieste dei colleghi delle varie aree aziendali?
La cosa che noto di piu’ oramai è che le persone hanno una forte necessità di essere “riconosciute, non tanto da un punto di vista economico, ma riconosciute per il contributo che danno all’interno della propria azienda.  Manifestano sempre di piu’ il bisogno di comprendere il “purpose”, il senso e la direzione verso cui si sta andando, per attribuire un significato piu’ concreto al proprio lavoro, in modo da sentirsi sempre piu’ “ingaggiate” e “motivate”. Ecco che le Risorse Umane diventano protagoniste dei processi aziendali e hanno un ruolo strategico, quello di essere dei “change agent” e guida in uno scenario complesso e in continua evoluzione.

Lei è anche una Health Coach. Cosa significa nella pratica fare coaching quando c’è di mezzo la salute? E come si evita la sovrapposizione con gli operatori sanitari?
L’Health Coaching è un approccio di coaching che mira a lavorare sul benessere e l’empowerment degli individui che si trovano ad affrontare complessità e vulnerabilità connesse al proprio stato di salute.

L’Health Coach accompagna le persone co-produrre e mantenere uno stato accettabile di benessere psichico e fisico e ad attivare i potenziali del benessere per una gestione piu’ attiva e consapevole della propria condizione di salute.

In questo modo l’Health Coach, senza sostituirsi all’operatore sanitario, facilita e guida il coachee a:

  • diventare testimone attivo del percorso di gestione della propria malattia
  • favorire l’autoconsapevolezza rispetto al proprio benessere fisico e mentale
  • promuovere stili di vita salutari
  • acquisire il giusto atteggiamento mentale e il contatto con le proprie emozioni
  • aderire meglio alle terapie

Negli anni di lavoro in azienda e ora da coach riesce a ritagliarsi del tempo per lei? Ha qualche hobby, passione che coltiva?
Si credo assolutamente che prendersi del tempo per se stessi sia fondamentale soprattutto se si svolgono professioni che richiedono energie da investire verso gli altri. Quando i miei figli erano piccoli facevo difficoltà a prendermi dei momenti tutti per me, poi con il tempo, l’Azienda per la quale lavoravo, WINDTRE, ci ha permesso di lavorare in smart working anche prima della pandemia. Quindi ho ripreso a fare yoga. camminate veloci, a cucinare insieme ai miei figli, che oramai sono degli adolescenti! La sera mi prendo del tempo per guardare serie crime e per leggere libri sul coaching. Mi interesso di medicina cinese e tecniche energetiche, soprattutto da quando sono coach.
Mi piace sciare e vivere il mare a contatto con la natura.